SAGA Esempi Javascript: esempio pratico

LA SAGA
 
 
"Guardati dalla bestia uomo, poiché egli è l'artiglio del demonio. Egli è il solo fra i primati di Dio che uccida per passatempo, o lussuria, o avidità. Si, egli uccide il suo fratello per possedere la terra del suo fratello. Non permettere che egli si moltiplichi, perché egli farà il deserto della tua casa. Sfuggilo, ricaccialo nella sua tana nella foresta, perchè egli è il messaggero della morte." Il Legislatore, XXIX Pergamena, 6° versetto.
Il successo del film "Il pianeta delle scimmie" diede origine ad una vera e propria saga, composta da ben quattro sequel cinematografici, una serie per la televisione, una serie a cartoni animati, romanzi e racconti a fumetti. Nel 2001 si è aggiunta a questa raccolta cinematografica la pellicola del regista Tim Burton dal classico titolo: The planet Apes !

Le origini del primo film risalgono al 1963, al romanzo di Pierre Boulle "La planète des singes" (il pianeta delle scimmie), il produttore cinematografico americano Arthur P. Jacobs diede incarico a Rod Serling, il mitico ideatore della serie "Ai confini della realtà", di sviluppare una sceneggiatura basata sull'opera di Boulle.

 

Tratto dall'omonimo romanzo di Pierre Boulle (autore anche del celeberrimo "Il ponte sul fiume Kwai", dal quale David Lean realizzò un memorabile film nel 1958) ll pianeta delle scimmie (Planet of apes) basa il proprio soggetto su un paradosso. Immaginando, infatti, che il mondo nel lontano 3068 sia dominato dalle scimmie che hanno messo in schiavitù il genere umano, lo scrittore capovolge i rapporti di forza tra uomo e animale, ottenendo così un inquietante ribaltamento di prospettiva.
Visto a distanza di oltre trent'anni dalla sua uscita cinematografica (1967) il film conserva ancora la sua forza e la sua originalità, merito della regia asciutta e moderna di Franklin J. Schaffner, un grande artigiano di Hollywood dimenticato troppo velocemente e al quale si devono tra l'altro ottimi film come "Patton", "Papillon" e "I ragazzi venuti dal Brasile".
La scelta di realizzare un "futuro regredito" di un centinaio d'anni rispetto al presente ha permesso di utilizzare scenografie astratte, non legate a tecnologie "futuristiche" destinate a diventare in breve tempo obsolete, concentrando così l'attenzione sui personaggi che, a distanza di un trentennio, sono ancora forti e convincenti. Charlton Heston troneggia da par suo nel ruolo dell'astronauta Taylor e gli altri attori (tra tutti Roddy Mc Dowall) pur essendo irriconoscibili, riescono a fornire un'interpretazione convincente e mai ridicola nonostante il trucco che, peraltro, risulta essere eccezionale ancor'oggi nell'era degli effetti generati al computer.
Insomma "Il pianeta delle scimmie" è a ragione considerato una delle pietre miliari della fantascienza.