PREZZI DEI GENERI DI PRIMA NECESSITA' PIU' CARI, DISOCCUPAZIONE CRONICA, CONCORRENZA ECONOMICA SPIETATA DA PARTE DI USA E FAR EST ( CINA,GIAPPONE E AREA INDOCINESE ), EURO SOPRAVVALUTATO TANTO DA FERMARE LE NOSTRE ECONOMIE NAZIONALI PER UNA SEMPRE PIU' DIFFICILE COMPETITIVITA' DELLE NOSTRE MERCI MANUFATTE: E' QUESTA LA NUOVA EUROPA ?
Più volte nella storia filosofi, politici e intellettuali avevano accarezzato l'idea di un'unica nazione europea. Ma le diversità culturali tra i popoli, le rivalità tra i sovrani e i nazionalismi impedirono sempre la realizzazione pratica di questo sogno.
Ancora durante la seconda guerra mondiale, nel 1941, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, due antifascisti italiani confinati nell'isola di Ventotene, scrissero il documento "Per un'Europa libera e unita", noto come manifesto di Ventotene. Essi furono anche i fondatori del Movimento Federalista Europeo, il quale sosteneva che in una federazione ogni stato avrebbe avuto leggi e governi propri, ma sottoposti a un governo centrale soprannazionale.
Dopo la della seconda guerra mondiale si cominciò a capire che
l'Europa non avrebbe potuto più sopportare altre tragedie simili, per cui
occorreva cominciare a lavorare all'idea di unità europea.
Dato che le
ipotesi di unificazione politica sembravano difficili da realizzare, la
via della collaborazione economica sembrava più realistica e
immediata.
Si impegnarono per la realizazione di questo
obiettivo alcuni uomini politici democristiani: l'italiano Alcide De
Gasperi, il francese Robert Schuman, il tedesco Konrad
AdenauerAlcuni.
Nel 1951, a Parigi, fu realizzata la CECA (Comunità
Europea del Carbone e dell'Acciaio) con il compito di produrre e
distribuire il carbone e l'acciaio e fissarne il prezzo. Facevano parte
della CECA Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Italia e
Repubblica Federale Tedesca.
Visti i risultati molto positivi della CECA i paesi europei decisero di proseguire la collaborazione economica abolendo le barriere doganali in modo da formare un grande mercato. Nacque così nel 1957 il Mercato Comune Europeo (MEC), fondato con il Trattato di Roma, al quale aderirono sei Paesi: Francia, Germania Federale, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia. Il Mercato Comune Europeo si rivelò un’iniziativa felice e di grande successo: si cominciò a parlare non più di un semplice mercato comune ma di una Comunità Economica Europea (CEE).
Nel 1973 si aggiunsero Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca; nel 1981 la Grecia e nel 1986 la Spagna e il Portogallo per un totale di dodici Stati. Gli scopi che si prefiggeva la Comunità Europea erano la libera circolazione di tutte le merci europee all’interno dei Paesi membri; la progressiva diminuzione dei dazi doganali, fino alla loro abolizione; l’attuazione di una tariffa comune da adottare nei confronti degli Stati non aderenti alla CEE.
La CEE ha aiutato e regolato l'agricoltura europea, in pochi anni è diventata una potenza economica alla pari di USA e Giappone, ha stretto rapporti commerciali con quasi tutti i paesi del mondo.
Le diverse forze politiche europee vedono in modi differenti il futuro dell'Europa, ma ormai tutti sono consapevoli dei vantaggi ottenuti con i progressi avuti finora. Un notevole passo in avanti verso l'unità politica è stato fatto nel 1979 con l’elezione del Parlamento europeo. Una tappa decisiva fu poi la firma dell’Atto Unico europeo (1986) che portò alla creazione del Mercato unico europeo.
Grazie a questo accordo dal primo gennaio 1993 la circolazione di merci, persone e capitali è libera all'interno della Comunità. All'interno dei suoi confini ogni cittadino può scegliere liberamente dove vivere e lavorare o studiare; i titoli scolastici e professionali sono validi e riconosciuti. Inoltre i Paesi associati si impegnano a uniformare le condizioni di lavoro e le misure per la tutela e la sicurezza dei lavoratori.
Nel Parlamento europeo i maggiori risultati raggiunti negli anni sono stati il rafforzamento della collaborazione nella ricerca scientifica e tecnologica, il coordinamento in politica estera con vari interventi umanitari in difesa della pace e dei diritti umani, l’elaborazione di norme comuni sulla tutela dell’ambiente.
Maastricht, una piccola e sconosciuta cittadina olandese è entrata nella storia perché il 7 febbraio 1992 è stata sede della firma del trattato che trasforma la Comunità Economica Europea in Unione Europea (UE) e avvia gli stati aderenti verso l'integrazione politica. Si tratta del punto di arrivo del lungo cammino iniziato negli anni precedenti. Attualmente l’Unione Europea comprende quindici Paesi, perché nel 1995 sono entrate a farne parte anche l’Austria, la Svezia e la Finlandia.
Novità introdotte dal trattato di Maastricht:
Per adottare una moneta unica era però necessario che tra i Paesi interessati non vi fossero grosse disparità economiche. Per questo motivo il trattato stabiliva che potevano entrare a far parte dell’Unione monetaria solo i Paesi che avessero dimostrato di saper risanare il loro bilancio, cioè ripianare i propri debiti secondo i parametri fissati dai capi di governo e dalle banche nazionali europee. L’Italia, che all’inizio degli anni Novanta aveva un forte debito pubblico, ha dovuto affrontare grossi sacrifici per rispettare queste regole (i “parametri di Maastricht”) e gli italiani pagare tasse elevate per far affluire denaro nelle casse dello Stato.
L’Italia è riuscita a entrare nell’Unione monetaria sin dall’inizio, il 2 maggio 1998, insieme a Germania, Francia, Irlanda, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Spagna, Portogallo. La Grecia non è rientrata nei parametri e Gran Bretagna, Danimarca e Svezia non hanno aderito.
L’Unione Europea ha soprattutto l’obiettivo di far diventare l’Europa una grande potenza economica mondiale, in grado di competere con Stati Uniti e Giappone. La moneta unica rappresenta già un notevole passo in avanti in questo senso: sono facilitati gli scambi commerciali, c’è una maggiore certezza dei prezzi e sono favoriti gli investimenti.
L’euro ha anche un
valore simbolico molto forte, perché rende più semplici gli spostamenti
tra uno Stato e l’altro, facilita i rapporti e aiuta a sentirsi cittadini
dell’Europa. Ma non è sufficiente una moneta unica per realizzare
l’integrazione tra i popoli; l’Europa deve ancora affrontare gravi
problemi sociali: sacche di povertà, disoccupazione, coesistenza tra zone
economicamente e socialmente arretrate e zone progredite.
L’unione
monetaria è solo un primo passo per la soluzione dei problemi economici e
sociali, con l’obiettivo di costruire un'Europa dei popoli.
Il Manifesto di
Ventotene e l’unità europea
Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel Manifesto di Ventotene esprimono i principi che saranno poi alla base del Movimento Federalista Europeo, costituitosi a Milano nel 1941.
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Le prime istituzioni europeeLa Francia promosse la nascita della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), che rappresentò una svolta significativa nella storia dell’Europa. Si trattava della prima istituzione sovrannazionale, che cioè poteva rivolgersi direttamente ai produttori di carbone e di acciaio senza tener conto dei singoli governi. Nata per produrre acciaio a costo ridotto e favorire una ripresa dell’industria europea, la CECA ottenne un notevole aumento della produzione globale di acciaio dei Paesi associati. Fallì invece, per lo scetticismo di molti e il rifiuto esplicito della Francia, il progetto di una Comunità Europea di Difesa (CED), con un ruolo autonomo rispetto alla NATO. La collaborazione europea rimase così legata agli ambiti economico e scientifico: nel I 957, oltre al MEC (prima denominazione della CEE, Comunità Economica Europea), nasceva l’Euratom (Comunità Europea dell’Energia Atomica). Gli Stati membri si impegnavano a effettuare ricerche tecniche e scientifiche sull’uso pacifico dell’energia atomica e a scambiarsi le informazioni. Altri passi avanti verso l’unità si ebbero nel 1968 con l’unione doganale e il mercato agricolo comune, e nel 1979 con l’entrata in vigore del Sistema Monetario Europeo (SME), per garantire la stabilità e l’equilibrio dei rapporti di cambio tra le monete europee. Furono tutte tappe di avvicinamento all’Atto Unico del 1986 e al Trattato sull’Unione Europea di Maastricht.
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Gli organismi dell’Unione EuropeaGli organi di govemo più importanti dell’Unione Europea sono il Parlamento, il Consiglio dei Ministri, il Consiglio Europeo, la Commissione europea e la Corte di Giustizia. Il Parlamento ha sede a Strasburgo, in Francia, ed è costituito da 626 deputati eletti direttamente dai cittadini europei ogni cinque anni; svolge una funzione di controllo sulla politica europea ed esprime pareri sulle proposte di legge, la cui approvazione però compete al Consiglio. I deputati sono raggruppati per affinità politiche e non per nazionalità. Il Parlamento ha sempre avuto poteri abbastanza limitati, ma il Trattato di Maastricht li ha aumentati, per cui ha assunto un potere decisionale in alcune materie (trasporti, istruzione, sanità ecc.). Il Consiglio dei Ministri, con sede a Bruxelles, in Belgio, è composto da quindici ministri, uno per ogni Stato dell’Unione; coordina le politiche economiche generali degli Stati dell’Unione e può prendere decisioni esecutive. I rappresentanti dei singoli Paesi cambiano in base agli argomenti trattati (agricoltura, ecologia, commercio ecc.). La presidenza è a rotazione tra i vari Stati e dura sei mesi.
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